Se dovessimo parlare di espressione soggettiva e creatività non potremmo fare a meno di pensare ai personaggi che con la loro eccentricità hanno cambiato per sempre il mondo del cinema, della musica, della scienza, della poetica e dell’arte. Grandi nomi e ampi schemi che ci portano, però, a pensare che la creatività è un dono riservato a pochi, i cosiddetti “geni creativi“.
Accade che sempre più spesso pertanto l’evidente e spontaneo utilizzo di creatività che ognuno di noi mette in campo in molteplici aree della vita quotidiana, non identificabile unicamente nella pittura di un quadro o nella composizione di una colonna sonora indimenticabile, ma si può essere creativi anche nell’approccio con un allievo, con un cliente, nell’inventare un’avvincente storia da raccontare ai nostri bambini affinché la minestra di broccoli possa avere un sapore fantasioso, sino ad inventare un modo per cambiare canale alla TV pur avendo il telecomando lontano anni luce dal nostro divano dal quale, dopo una faticosissima giornata non vorremmo mai e poi mai allontanarci.
Pertanto chi più e chi meno, tutti noi conviviamo con la nostra soggettiva creatività!
Ma quindi, come possiamo definire la parola creatività? E come possiamo esprimerla al meglio tramite noi stessi? Da Amy Winehouse a Jimi Hendrix, da Marilyn Monroe a Jim Morrison, da Frida Kahlo a Van Gogh, se analizzassimo tutti questi “geni creativi“ potremmo constatare che tutto ciò che accomuna questi emblemi di creatività ed innovazione, oltre ad una terrificante morte, è un unico fattore determinante: la sensibilità!
La creatività pertanto, non riguarda tanto l’azione di per sè che compiamo, quanto piuttosto la modalità ed il grado di sensibilità che utilizziamo per condurla in quanto, le persone altamente sensibili (e per sensibilità non intendiamo “fragilità emotiva“) sono persone anche altamente creative, nelle quali il metodo di processo delle informazioni che loro utilizzano porta ad osservare il mondo in modo differente, fatto di dettagli, di sfumature, di emozioni e sensazioni che, influenzati da stimoli differenti colti da più parti, vanno a creare idee nuove, ridando un qualcosa di nuovo che possa risolve un “problema“ tramite un’opera d’arte, un quadro che parla di paura e che sappia, come ad esempio l’urlo di Munch, esprimerla per l’intera umanità, creando un ponte tra l’artista ed il destinatario che potrà a sua volta rispecchiarsi in quell’emozione; tanti altri grandi artisti come Čajkovskij o Emily Dickinson o altre persone molto più semplici sono riusciti a salvare l’equilibrio della loro psiche grazie a alla loro espressione creativa manifestata tramite l’arte divenuta , successivamente, un dono per il mondo. Tutti noi siamo creativi quando mettiamo su un’opera teatrale, una canzone da dedicare alla nostra ragazza o anche un semplice video amatoriale da condividere con gli amici; in parole povere la creatività ci richiama ad affrontare la propria sensibile interiorità , con i propri pregi, i propri limiti, i propri gusti permettendo di riconoscere noi stessi per non essere influenzati dagli altri come spesso può capitare.
Per questo bisogna considerare la creatività un antidoto perché ha il potere magico di ritrovare noi stessi ed esprimerci per come noi siamo realmente per risultare essere quel dono non solo per se stessi ma anche per il mondo, proprio com’è successo con i grandi della storia umanitaria!
La creatività consiste nel combinare i fatti in un modo nuovo utilizzando un particolare atteggiamento affettivo che passi per cuore, anima, psiche e pertanto, per concretizzarla, dobbiamo sentirci liberi dai condizionamenti e dai pregiudizi analizzando i processi che ci determinano come tali. Tale libertà deve nascere dalla possibilità di comprendere noi stessi, comprendere i propri valori, individuando i propri limiti e le proprie passioni per permetterci di sceglierci ogni giorno seguendo una nuova legge interiore ed utilizzando, pertanto, nuove modalità; spesso però siamo vittime di una percezione alterata della realtà dovuta ad i nostri stessi pregiudizi che diventano le mura della nostra prigione, sacrificando la nostra creatività impedendoci di andare oltre il visibile perché soltanto osservando ed analizzando ciò che è essenziale riusciremo a dare voce alla nostra creatività!
A volte, bisognerebbe comprendere che l’essenziale lo stiamo già vivendo nelle piccole meraviglie quotidiane che diamo per scontate e che la vita davanti a se, è una promessa di essenzialità a lungo termine!
Pertanto, potremmo affermare che la vita è un atto creativo e che, ogni giorno, dovremmo “fare della nostra vita un’opera d’arte“!
Per compiere questa straordinaria opera, abbiamo bisogno di vivere in modo sereno la nostra dimensione inconscia per guardare noi stessi in un modo nuovo e completamente diverso e tutto soggettivo cogliendone appunto l’essenzialità.
Guardare dentro noi stessi significa percepire le nostre risorse creative liberandoci di tutto ciò che abbiamo costruito artificialmente attorno a noi come le relazioni dannose, le abitudini sbagliate, le scelte di vita quotidiana masochiste ecc. poiché, per paura di rinnovarci, non riusciamo a disfarci di nulla.
La cultura nasce proprio dalle “realizzazioni creative“ di coloro che hanno desiderato trasformare la realtà, assecondando il richiamo alla nostra realizzazione personale ed espressione delle nostre potenzialità.
È anche vero che alla base di ogni realizzazione creativa ed artistica vi è la necessità condotta dalla frustrazione di non poter esprimere propriamente se stessi e che la delusione che porta al dolore ed all’ insoddisfazione quotidiana non fa altro che nutrire le capacità artistiche e creative stesse; ma facciamo attenzione a non cadere in trappola, come le star sopracitate: la vita è rinascita, non morte, soprattutto quella intellettuale.
Significa questo “fare della propria vita un’opera d’arte”: mettere in atto un modo originale ed individuale di guardare la realtà, ponendo l’attenzione su se stessi, su le leggi particolari che regolano la nostra vita “creativa“ per poterle integrare armonicamente in un modo nuovo ma accostato al reale e concreto.
Quindi, alla domanda: Dentro ognuno di noi c’è un genio creativo?
Risponderei: Decisamente sì! Basta solo sfregare la nostra “lampada emotiva“ il più possibile, ascoltare se stessi, le proprie emozioni, le proprie necessità e affrontare le proprie paure senza avere timore di esprimersi con le proprie modalità, anche se considerate sbagliate, avere il coraggio di nutrire il proprio intelletto rinnovando costantemente le prospettive rispettando sempre i propri valori senza lasciarsi influenzare da circostanze esterne alla personale sensibilità; esplora nuove diversità, persone, culture e stili di vita ed elimina le barriere del pregiudizio, visita posti nuovi ed avventuratati in quotidianità inaspettate, canta, balla, pensa e ama ma soprattutto vivi il presente perché il presente è ciò che conta, non lasciare che la vita scorra davanti ai tuoi occhi senza alcun senso!
Solo allora riuscirai a comprendere che, mentre il genio della lampada avrebbe esaudito solo 3 desideri, il tuo essere unico, autentico ed originale ti porterà ad avere a disposizione una miriade di desideri da esprimere: SII TE STESSO IL GENIO CREATIVO DELLA TUA VITA!