Anche i luoghi hanno un’anima

Quante volte, nella vita, è capitato di sentirsi profondamente attratti da un posto senza capirne il perché? 
Quante volte, quando siamo in viaggio verso nuove località, ci capita di prendere una strada piuttosto che un’altra?

E mentre andiamo alla scoperta di luoghi nuovi ci ritroviamo ad essere guidati da emozioni, impulsi e una strana empatia…! Vi siete mai chiesti a cosa è dovuta la ragione di quell’attrazione misteriosa verso un posto specifico o una strada?
Qualcuno direbbe è il caso, o coincidenza, o forse semplicemente è perché (anche) i luoghi hanno un’anima. Sì è proprio così i luoghi hanno un’anima!
Gli usi e costumi di un paese, i sapori sconosciuti fino a poco prima, l’arte e la cultura, sono in un certo senso l’anima di un luogo e il senso di un viaggio. 

“Un luogo non è mai solo quel luogo. Quel luogo siamo un po’ noi. In qualche modo, senza saperlo ce lo portiamo dentro… e un giorno per caso ci siamo arrivati.” 

I luoghi hanno un’anima: ecco spiegata la ragione di quell’attrazione, di quell’irragionevole magnetismo verso ciò che non conosciamo, ma che ci sembra in qualche modo familiare.
E’ come se l’energia e l’anima di quel luogo parlassero alla nostra parte più ancestrale, più irrazionale, ma sempre esistita, capace di guidarci lungo il cammino del sentiero della vita. È l’anima dei luoghi!
Da sempre curioso ho cercato così di dare una spiegazione razionale alle mie emozioni. Nei miei viaggi, quando ho avuto il privilegio di incontrare culture così diverse per usi e costumi, ho fissato nella mente quel preciso istante in cui l’incontro delle "menti" e delle “anime” nasce prima ancora dei corpi. 

La cultura di un luogo parla, trasmette e comunica con noi; è dialogo, scambio; è espressione di creatività che permette di guardare oltre l’orizzonte e di arrivare fino all’anima.
D’altronde già gli antichi Greci avevano compreso la forza di alcuni luoghi come sorgenti, pozzi e boschi che si credeva “abitati” da dèi e da ninfe. E ancora oggi le tribù aborigene e i nativi americani considerano sacri alcuni luoghi e ad essi dedicano riti e cerimonie.

Ritornando ai giorni nostri e oggi ancora più di ieri, dopo che la pandemia ci ha costretto a restare chiusi nei nostri spazi e confini, a mantenere le distanze e a non poter viaggiare, diventa fondamentale ritrovare la cultura dei luoghi che hanno perso l’anima. Siamo arrivati a sostituire l’unicità, la specificità di un luogo con l’idea di uno spazio “vuoto”, omogeneo, che si può misurare e semplicemente invadere e dove spesso arriviamo a soffocare le nostre sensazioni e quella dei luoghi stessi. Ne percepiamo sì l’energia ma non riusciamo a porci in ascolto. E questo è un vero peccato!
Nonostante faccia parte del nostro DNA, spesso accade di ignorare il richiamo antico che i luoghi hanno su di noi. Tutti noi siamo custodi di viaggi e terre che abbiamo incontrato durante la nostra vita e che inevitabilmente non possono che restarci dentro; un legame che ci appartiene e che innalza le nostre radici e il nostro vivere nel mondo, con il mondo, dove ritornare per riconciliarsi e riconoscersi in simboli che rappresentano la nostra stessa storia.