Uno degli aspetti più importanti dello sviluppo umano è sottolineare la necessità di equità nei confronti della natura e degli altri esseri viventi. Non possiamo essere sviluppati a meno che le nostre vite non vengano connesse rispettando un armonioso equilibrio con la natura: un giusto equilibrio Un buon equilibrio tra la conoscenza indigena e le tecnologie moderne può portarci verso questa nuova visione dello sviluppo umano sostenibile, all’ insegna del “vivere in armonia con la natura".
Ormai tutti conosciamo l'importanza di vivere in armonia con la natura e i suoi benefici proprio perché, essere in equilibrio ed in contatto con l'ambiente, aiuta le persone a svolgere attività fisiche e quindi migliorare la salute, aumentare il potenziale e il l'umore, potenziare la propria capacità di pensare e migliorare la concentrazione fisica, l'equilibrio, l'agilità, sfruttare la antasia e sentirsi in pace.
Non c'è dubbio che essere in armonia con la natura è indispensabile e benefico perché la natura alimenta l’anima ed il corpo.
Vi sono diverse culture nel mondo che hanno fatto dell'armonia ed dell'equilibrio il proprio punto di forza; ad esempio la coesistenza armoniosa tra uomo e natura è un principio fondamentale della costruzione della civiltà ecologica cinese infatti, ad oggi, è proprio la Cina ad aver compiuto gli sforzi più intensi nel mondo per la conservazione ecologica del nostro pianeta. Nel lungo processo di modernizzazione tecnologica con l'armoniosa convivenza tra uomo e natura, la Cina ha compiuto conquiste storiche dimostrando che l'uomo e la natura devono coesistere proprio perché avranno inevitabilmente un futuro condiviso .
La Cina ha incluso la civiltà ecologica nella costituzione incorporandola in un vero e proprio piano di sviluppo generale della Cina adottando dei provvedimenti negligenti e concreti; ad esempio ha imposto un divieto totale al commercio illegale di animali selvatici e ha eliminato la cattiva abitudine di mangiare animali selvatici, ha protetto e ripristinato l'ecologia e gli ambienti naturali, rafforzato il capitale naturale, sviluppato sistemi innovativi di valutazione, ispezione e responsabilità e ha aumentato significativamente il livello di conservazione della biodiversità tramite la costruzione di diversi progetti pilota per il ripristino di montagne, fiumi, foreste, campi, laghi e praterie e il 90% degli ecosistemi terrestri e l'85% delle popolazioni chiave della fauna selvatica sono stati efficacemente protetti con estrema velocità e rigidità.
Basti pensare che sono riusciti a migliorare la qualità dell'aria in soli 4 anni a differenza del lungo processo condotto dagli Stati Uniti in 30 anni, contribuendo maggiormente al nuovo spazio verde del mondo e rappresentandone circa un quarto, proprio perché l'ascesa di una civiltà è strettamente legata al suo rapporto con la natura ed è per questo che il principio della coesistenza armoniosa tra uomo e natura è stato profondamente radicato nel cuore della popolazione cinese ed è diventato la strategia di base per sostenere e sviluppare il socialismo nella nuova era, esplorando un percorso di coesistenza armoniosa tra uomo e natura e contribuendo, con la sua innata saggezza, alla civiltà ecologica globale divenendo il primo Paese a pubblicare il Piano di attuazione nazionale sull'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Pertanto è grazie ad esempi come Il deserto di Kubuqi, attualmente divenuto l'unico deserto area dimostrativa eco-economica del deserto globale ed il “Green Rural Revival Programme” dello Zhejiang, che la Cina lavorerà con la comunità internazionale per costruire una comunità di vita sulla Terra ed un mondo più pulito e più bello.
Un'altra civiltà per la quale il “vivere in armonia con la natura" è parte integrante della propria cultura è proprio quella indiana, un'armonia riflessa in una varietà di pratiche tradizionali, credenze religiose, rituali, folklore, arti e mestieri.
Molte culture antiche ci raccontano come le comunità vivono in armonia con la natura, con una tradizione di riverenza per gli elementi che costituiscono gli ecosistemi, traendo il loro sostentamento dalle risorse naturali e allo stesso tempo proteggendo l'ambiente che le sostiene: questi popoli considerano ancora la vita come un dono da celebrare e la Madre Terra non è un qualcosa da usare e sfruttare ma un essere vivente con il quale bisogna intrattenere una relazione di sacra fiducia e intimità amorevole, poiché credono tanto nel celebrare la propria vita in questo mondo e il mondo nella propria vita, rendendo questa pratica una parte fondamentale della propria esperienza psichica e spirituale nel rispetto dei loro antenati.
È proprio da qui che prende forma il culto e le celebrazione della Madre Terra, diffuso in molte culture indigene, attribuendo poteri soprannaturali a piante, animali, fiumi, oceani, montagne, venti, sole e luna, boschi sacri conservati con riverenza che hanno fatto parte, ad esempio, della cultura indù e buddista proprio come in altre religioni, tipo il Cristianesimo l' Islam, per le quali la conservazione dell'ambiente è basata sul principio secondo il quale la natura e le sue componenti sono create da Dio ed è proprio all' uomo che è affidata la responsabilità di proteggerla proprio perché ogni forma di vita individuale deve imparare a godere dei suoi benefici formando una parte del sistema in stretta relazione con altre specie e nel rispetto dei diritti dell'altra.
Tale rappresentazione della loro “fede" umana è raffigurata nelle pitture rupestri di 10.000 anni a Bhimbetka, nell'India centrale, che raffigurano uccelli, animali ed esseri umani che vivono in armonia ma anche diverse scritture e predicazioni che esortano al rispetto per la natura.
Molto discussi sono i boschi sacri dedicati a una divinità o a un Dio del villaggio, protetto, e adorato e sono presenti in tutta l'India con centinaia di piccole giungle dedicate ai serpenti, ancora intatte come oasi nei deserti, conservando una ricca diversità biologica e proteggendo alcune specie in via di estinzione come tartarughe e coccodrilli.
Diverse specie di piante e animali sono stati fin dai tempi storici considerati sacri in India da varie comunità come ad esempio gli alberi di peepal , l' albero di banyan e lo Khejdi tree, tradizionalmente venerati e quindi mai tagliati ma anche tante altre specie come l'albero di sandalo, il coleottero, la palma, il neem, la palma da cocco, il ginepro, il champa, il loto, il tulsi, sono considerati sacri, sono coltivati nei locali del tempio e sono protetti in altre località e animali come il pavone, sacro al signore Karttikeya, che non viene mai cacciato, il piccione delle rocce blu è considerato sacro a Saint Hazrat Shah lalal ed è protetto nella regione del Bengala. Anche i roditori sono considerati sacri e possono riprodursi nel famoso tempio della dea Karnimata nel Rajasthan. La tigre e il cobra, sebbene molto temuti, ricevono protezione per motivi religiosi.
Persino la pittura indiana, la scultura, gli ornamenti architettonici di templi e palazzi e le arti decorative sono pieni di temi della natura e della fauna selvatica che riflettono l'amore e la riverenza, e quindi l'etica della conservazione.
Questa lunga tradizione e convinzione nella conservazione della natura è viva anche nei tempi contemporanei, infatti, uno dei movimenti di conservazione di maggior successo in India oggi è il movimento Chipko guidato dalle donne del villaggio di Gopeswar a Garhwal nell'Himalaya che fermarono l’abbattimento degli alberi abbracciando quest’ultimi quando i taglialegna erano pronti a tagliarli salvando 12.000 kmq.
Rimanere in contatto con la natura fa sentire le persone più vive e felici con una sensazione di vitalità e benessere necessaria per la vita ed il benessere di tutti gli esseri umani.
È quindi importante che ognuno di noi rimanga in armonia con se stesso, con gli altri e con la natura il più a lungo possibile: stare in presenza dell'ambiente porterà molti benefici a tutti su diversi aspetti da quelli fisici a quelli sociali, permettendo di riportare in vita quei valori chiave indispensabili per potere avere una vita sostenibile per se stessi e per il prossimo proprio come la Cina e l’India: due culture completamente diverse tra di loro con un obiettivo in comune: la VITA!
E tu? Hai già avuto modo di trovare il tuo modo di vivere in armonia con gli altri e con la natura?
Preferisci le negligenti scelte della Cina o le spirituali visioni dell’India?
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